Come in Cielo, così è in Terra: propedeutica al lavoro con le forze archetipiche.
“Come in Cielo, così in Terra”. “Tutto è uno e Uno è tutto”… sì, ma come lo portiamo nella vita di tutti i giorni questo?
Questa è la domanda, esplicita o sottesa, che mi viene rivolta più spesso.
In questi giorni in cui si festeggia in mille modi diversi Ognissanti, Samhain, Halloween, la festa dei defunti… si sente dire che il confine tra “i mondi”si assottiglia. Ognuno di noi, per dove è, intende queste frase a modo suo. Possiamo parlarne da mille punti di vista e perderci in ognuno di essi, ma ci servirebbe?
Gli archetipi che stanno “prima di tutto” che danno forma quello che vediamo e sentiamo ben mostrano la via. Sì, bene, archetipi! Qua si scatena di tutto… esoterismo, Jung, la zia dell’amico, la religione, wikipedia, youtube… Chi più ne ha, più ne metta! Da sempre l’uomo con diversi linguaggi ha tradotto questo. Ma io, dove sono? Davanti all’archetipo, la Forza, la qualità Divina resto fermo, mi perdo nel folklore, mi riempio la bocca e la testa di stimolanti concetti o imparo a farne esperienza? Facendone esperienza, poi cosa me ne faccio dell’esperienza? In realtà, in un percorso di crescita personale consapevole teoria e pratica non sono separabili. Un antico modo di dire ebraico parla di “mangiare l’esperienza”. Nel libro di Ezechiele Dio dice : “Mangia questo rotolo”. Il rotolo contiene la teoria che va mangiata: l’esperienza vissuta diventa nostra solo se la mangiamo. Proprio come nella realtà duale in cui siamo, impariamo che la mappa non è il territorio. Senza una mappa, però… il nostro viaggio è più difficile. Spesso le mappe costruite vengono scambiate per il territorio e qui si incontrano le più grandi cantonate anche della così detta “spiritualità”! Scambiereste mai il disegno del sentiero sulla mappa di montagna con il sentiero stesso? Al contempo, solo l’esperienza senza l’uso e l’integrazione delle mappe può rimanere una pianta che non dà frutti, uno strumento di cui non si padroneggia l’uso, un viaggio fine a sé stesso. Per tornare all’esempio della montagna, senza una mappa è facile perdersi o farsi del male. Mappe meravigliose giungono a noi dalle antiche tradizioni spirituali, dalla filosofia perenne dalla mitologia e dalla psicologia. Anime pioniere che hanno fatto il viaggio dell’esperienza e tradotto in mappe affinché altri facessero il viaggio con più strumenti. Ma tutti, sono stati chiari: il viaggio lo devo comunque fare io.
“OK! Ho capito, questo lo sapevo già!”
Davvero? Io chi?
Una mappa elaborata dalla psicologia transpersonale, che affondando le sue radici nelle antiche saggezze ma anche nelle recenti scoperte della fisica quantistica, ci mostra come ognuno di noi è un “sistema” composto da corpo fisico, corpo energetico, corpo emotivo, corpo mentale, corpo spirituale. Tutti questi “corpi” sono interconnessi e interconnessi con qualcosa oltre sé. Il nostro organismo nel complesso è naturalmente organizzato al benessere e attraverso chiavi di consapevolezza, già appartenenti all’essere umano, ci si può allineare al flusso naturale. Esiste una dimensione che trascende il piano personale, un’unità fondamentale che permea tutte le cose e che le connette tra loro, un’unica Coscienza Transpersonale che si manifesta nelle molteplicità di esseri dell’Universo.
Così in Cielo così in Terra; così in Teoria come in Pratica. Qual è il punto di Unione? Sono io. Allora quando come in questo periodo dell’anno si parla di caduta del velo di confine tra i mondi, forse posso accorgermi che la caduta dei confini avviene in me stesso e posso iniziare ad accorgermi della comunicazione che sempre avviene tra i miei diversi piani di coscienza, nel mio sistema. Conoscendo me stesso (il buon vecchio Socrate la sapeva lunga!) forse, mi accorgerò che sto conoscendo il Cosmo. Forse conoscendo me stesso potrò davvero masticare che Così in Cielo, come in Terra.
31.10.2021
Cristina Marcato